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2008, Rivista di Storia Naturale
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Una selezione di fonti trattatistiche sui sistemi di riscaldamento è messa in relazione con fonti archivistiche che documentano la diffusione di camini, stufe e più rari impianti ad aria calda in residenze lombarde tra il Cinquecento e il Settecento
2021
Elvio lunghi la PassionE dEgli umbri Crocifissi di legno tra Medioevo e Rinascimento Nuova edizione riveduta e ampliata tutte le fotografie sono state eseguite o fornite da Elvio Lunghi altre referenze fotografiche: Carlo Fiorucci, p. 48; frati Minori di Cortona, pp. 121, 130; Andrea Cova, p. 280 la PassionE dEgli umbri Crocifissi di legno tra Medioevo e Rinascimento Nuova edizione riveduta e ampliata Edizioni Orfini Numeister Elvio lunghi Con la nuova edizione riveduta ed ampliata de La Passione degli Umbri. Crocifissi di legno tra Medioevo e Rinascimento di Elvio Lunghi, l'Associazione Orfini Numeister pubblica il suo sessantunesimo volume. Ci è sembrato importante segnare questo "giro di boa" riproponendo un tema caro all'Autore, ma anche particolarmente apprezzato dai nostri lettori, in una nuova veste grafica e tipografica che valorizzasse ancor più la suggestione del tema con le sue immagini-già in bianco e nero-e che volutamente si è scelto di lasciare così come erano state realizzate da Lunghi senza aggiornarle con nuovi scatti, proprio per rafforzarne l'efficace drammaticità dei volti e dei corpi emaciati e contorti dalla Passione. I fili della memoria e della ricerca si dipanano e si intrecciano in questo volume. Nella Premessa alla prima edizione, anno 2000, l'autore ne ricorda la genesi. Gli studi sull' editio princeps della Divina Commedia, stampata a Foligno nel 1472, avevano evidenziato la presenza nel territorio, nel tardo Quattrocento, di tipografi tedeschi, Johann Numeister e soci a Foligno, Johann Reinhard a Trevi, di un libraio, Enrico di Giovanni da Costanza sempre a Foligno. In campo artistico, nello stesso periodo, scultori tedeschi itineranti avevano lasciato in Umbria una produzione di crocifissi lignei identificati con la tipologia di "crocifisso gotico doloroso", che il nostro Autore aveva fatto oggetto di ricerca e di una sistematica campagna fotografica estese per tutto il territorio umbro. Suo intento era di allestire una mostra che affiancasse le annuali celebrazioni dantesche folignati. La mostra non venne realizzata, al suo posto vide la luce il volume che raccoglieva la ricerca effettuata su tutto il territorio regionale e che nel titolo ha voluto riprendere la celebre definizione di Roberto Longhi: La Passione degli Umbri. E quali fossero gli ambiti dell'edizione li chiariva nella Premessa della prima edizione: "Il libro [...] non vuole essere una analisi territoriale, né un repertorio di sculture corredate da sintetiche notizie sugli autori, né tantomeno
2010
Ar rc ch he eo ol lo og gi ia a e e a ar rc ch he eo ob bi io ol lo og gi ia a La ricerca archeologica è attualmente indirizzata alla scoperta di tutti i fattori significativi che hanno contribuito a conservare inalterata la memoria dei cambiamenti verificatisi nell'ambiente naturale e delle attività quotidiane nel corso di secoli o di millenni; ciò attraverso il recupero, l'analisi e lo studio non solo di manufatti in ceramica, metallo, vetro, ma anche di resti "archeobiologici", derivanti dal mondo animale e vegetale: ossa, frammenti di legno, semi, frutti o altre parti di piante tutti altrettanto idonei a ricomporre il mosaico delle vicende umane protagoniste di un determinato periodo in un luogo definito. Lo studio, in particolare, dei resti vegetali, i cosiddetti "reperti archeobotanici", recuperati dagli strati via via messi in luce durante lo scavo, ha valore per ricostruire tratti del paesaggio vegetale, ora decisamente compromesso, oltre ad una vasta gamma di aspetti legati all'ambito socio-economico delle comunità che ci hanno preceduto. Per quanto riguarda il l'altomedioevo in Piemonte, le ricerche archeobotaniche sono iniziate negli anni ottanta del secolo scorso con lo studio di siti del cuneese, di cui alcuni esempi sono l'insediamento di Peveragno, loc. Castelvecchio (III-VI sec. d.C.), il Castello Manzano a Cherasco, i depositi della città di Alba (chiesa di S. Giuseppe, V sec.; officina artigianale di via Macrino, IX-X sec.), i ritrovamenti di Mombello Monferrato (Alessandria), in parte collocati tra V e VI sec. d.C., e quelli dell'ex Opera Pia Michelerio ad Asti (fine X-inizi XI sec. d. C.). Si tratta, per ogni deposito esaminato, di parti di piante rinvenute parzialmente bruciate all'interno degli strati archeologici: essi si sono conservati proprio grazie al fatto che sono venuti a contatto con il fuoco, a causa di un incendio oppure all'interno di un focolare domestico o artigianale.
Essay in A. Bonesini, P.M. Martinelli, "In punta di matita. Architettura, didattica, orientamento", Canova Edizioni, Treviso 2014
URBE" A L'AQUILA NEL 1584 Una prima ricognizione sull'arte del legno per la modernizzazione di L'Aquila a fine Cinquecento a Gianna
Note