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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'inchiesta / Villaggio Mosè

La rissa nel piazzale della concessionaria di auto e il 38enne ucciso: la Procura dispone tre fermi

I provvedimenti cautelari, ai quali si è arrivati dopo appena 12 ore, sono a carico di altrettanti palmesi che stanno per essere accompagnati in carcere. Non tutto è chiaro e la priorità in questa fase è tutelare e garantire sia le indagini che gli stessi indagati

Sono tre, tutti in corso d'esecuzione, i provvedimenti cautelari della Procura della Repubblica di Agrigento a carico di altrettanti palmesi. Si tratta di persone coinvolte nella rissa di ieri pomeriggio - scoppiata nel piazzale della concessionaria di auto, all'ingresso del Villaggio Mosè, - a causa della quale ha perso la vita il 38enne Roberto Di Falco di Palma di Montechiaro.

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I fermi, disposti per pericolo di fuga e forse anche pericolo di reiterazione del reato, sono stati - per polizia e Procura - un atto necessario. Dovuto sulla base delle attuali risultanze investigative.I tre palmesi stanno per essere portati in carcere. Domani, la Procura chiederà la convalida e lunedì tutto sarà rimesso nelle mani del giudice. L'inchiesta, assai delicata e complicata, non è però affatto conclusa. E la priorità assoluta in questa fase è quella di tutelare le indagini, nonché le persone indagate che al momento sono sottoposte a fermo. Un provvedimento al quale si è arrivati dopo circa 12 ore e con una ricostruzione dei fatti che potrebbe rivelarsi relativa. Fra l'altro, stando a quanto è emerso, vi sarebbero state - durante la notte di audizioni e interrogatori fatti in questura, con il procuratore Giovanni Di Leo, - anche delle persone che, assistite dai propri legali di fiducia, si sarebbero avvalse della facoltà di non rispondere. Altre invece avrebbero rilasciato dichiarazioni spontanee. La valutazione delle attuali ricostruzioni spetta, naturalmente, alla procura e, in sede di convalida, al giudice. 

La cautela e la necessità di garanzia, sia nei confronti dell'inchiesta ancora apertissima che degli indagati, sono doverose perché non tutto è, appunto, chiaro. La pistola che ha ucciso il palmese 38enne, fra l'altro, non è stata ancora ritrovata. E non tutto è stato ripreso, e dunque non tutto è evidente, dai filmati degli impianti di videosorveglianza. Squadra mobile e Procura della Repubblica stanno continuando al lavorare. Il riserbo è - e visto la situazione deve essere - assoluto, categorico. Si tratta, del resto, di non intralciare, né danneggiare, l'inchiesta. 

La tragedia del Villaggio Mosè: la pistola che ha ucciso il 38enne non è stata ancora trovata

Omicidio Di Falco al Villaggio Mosè

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