Il reportage

«A Locarno vogliamo una Piazza Grande sempre bella come quella di Winterland»

Dopo il successo del villaggio invernale nel salotto della città sul Verbano, le idee di esercenti e commercianti per estendere l’attrattività oltre le grandi manifestazioni estive: «Panchine, aree verdi, storia e cultura: che questo luogo sia vivo tutto l’arco dell’anno»
Nei 45 giorni di «Winterland» luci, musica, colori e tante attività hanno attratto oltre 300.000 presenze
Jona Mantovan
16.01.2024 09:30

La Piazza Grande di Locarno è (di nuovo) un cantiere. Decine di persone sono all'opera per smontare tutte le strutture erette in occasione di Winterland: c'è chi sta lavorando al palco, chi alle decorazioni, chi alle casette che hanno ospitato le offerte culinarie. La manifestazione, appena conclusasi andando di fatto a sostituire la ‘storica’ Locarno On Ice, ha ottenuto numeri da capogiro. In 45 giorni, le presenze sono state oltre 300.000. La soddisfazione tra gli esercenti e i commercianti è palpabile e praticamente tutti ammettono di aver sentito quell'inclusione lentamente sfumata in passato. Ma, al di là dell'eccellente operazione targata Enjoy, come far vivere il salotto cittadino su tutto l'arco dell'anno? È necessario introdurre altre novità? O cambiare l'arredo urbano di una superficie che, al di là dei grandi eventi estivi e non, sembra piuttosto spoglia? Un rapido giro tra chi ha scelto di aprire la sua attività attorno ai ciottoli più celebri del mondo dimostra che le idee e i sogni non mancano. A cominciare da Ketrin Kanalga, presidente dell'Associazione Gastro&Commercio Locarno, nata nel 2023 proprio per valorizzare gli esercizi pubblici e i negozi durante le festività natalizie. «Abbiamo unito le forze e il risultato è stato eccellente, favoloso», spiega la titolare dell'Albergo America.

«Questo è un esempio di come sia possibile far vivere la nostra città nella stagione invernale, mantenendo una catena di servizio in cui l'economia locale funzioni bene». Sulle proposte del prossimo futuro, la 55.enne si sbilancia: «Manca circa un anno al centenario del Patto di Locarno e ci sono in ballo tanti spunti, pronti per essere concretizzati. Perché dobbiamo puntare non solo sulla musica e sui concerti, ma anche sull'arte e sulla storia. Sono contenta che pure il Municipio sia sensibile e si stia muovendo in questa direzione. C'è tanto da promuovere per far vivere il centro».

Sulla piazza in sé, Kanalga afferma come sia necessario mettere mano subito all'arredo urbano, al di là del progetto Nouvelle Belle Époque il quale, inevitabilmente, richiederà anni per essere completato. «Durante il coronavirus erano state installate una serie di 'isole' con alberi e altra vegetazione. Erano accoglienti e la direzione è quella, creare qualcosa di bello che inviti le persone a fermarsi. Ci vogliono fiori, decorazioni, più illuminazione. I portici, poi, non sono curati fino in fondo, ci sono ancora dei graffitti qua e là da cancellare».

Anche per Caterina Suli, proprietaria della Boutique Di Prego, «la piazza più bella del Ticino è nuda. Va vestita. Basterebbe qualche pianta, qualche panchina. Penso alle persone più anziane, che possano avere la possibilità di sedersi, di chiacchierare. Oppure per i più piccoli, avere dei punti dove si possano fermare, correre e giocare. Adesso si può stare solo in piedi. Così, senza null'altro», illustra l'imprenditrice, la quale sogna un ambiente «attivo tutto l'anno, magari con artisti itineranti che diano un motivo per visitare questa zona».

Non voglio passare per guastafeste, ma questa volta abbiamo superato il limite con il rumore. A partire dai compressori, in azione tutta la notte con il loro ronzio invadente
Fabio Celesia, 56 anni, Farmacia Celesia

Note stonate

Nonostante tutti i sorrisi raccolti dai titolari di molte altre attività, qualche nota stonata non poteva certo mancare. Come quelle di Fabio Celesia, proprietario dell'omonima farmacia, all'imbocco verso la Rotonda: «Ma no, ma quali panchine», esclama il 56.enne, il quale ammette come l'evento abbia portato qualche cliente un più. «Ci sono sedie ovunque, con tutti i bar e dei ristoranti... a centinaia. Ci vuole un progetto in grado di esprimere il potenziale di questo spazio». E poi c'è la questione del rumore. «Vivo qui e non voglio passare per guastafeste, ma questa volta abbiamo superato il limite. Perché andare avanti tutti i giorni fino a mezzanotte e nel fine settimana fino alla una? Non ci si potrebbe fermare magari un'ora prima? Senza contare il caso emblematico di Natale, quando dopo i bagordi fino a notte fonda ecco che già alle otto di mattina parte il soffiatore per le pulizie. Credo sia mancato un certo riguardo per chi abita qui. A partire dal compressore, in azione tutta la notte con il suo ronzio invadente. Cosa che prima non succedeva. Gli apparecchi erano ben isolati e nessuno li sentiva», conclude l'imprenditore. Tutte osservazioni che, forse, nella prossima edizione troveranno risposte.

nei momenti di pausa a me piace vedere questa superficie così. Non la trovo spoglia, mi piace come questa pavimentazione, unica al mondo, metta in evidenza gli edifici attorno e viceversa
Sandro Scolari, 39 anni, ristorante Contrada

La palestra giusta

Più o meno sulla stessa linea di Celesia c'è Sandro Scolari. Che però non si lamenta del rumore, piuttosto difende il paesaggio offerto dalla distesa di ciottoli. «Contentissimo di queste manifestazioni, Winterland ha portato tanto movimento, un bell'afflusso di clientela. Sono molto soddisfatto. Ma nei momenti di pausa a me piace vedere questa superficie così», sottolinea il 39.enne gerente del ristorante Contrada, indicando Piazza Grande. «Non la trovo spoglia, mi piace come questa pavimentazione, unica al mondo, metta in evidenza gli edifici attorno e viceversa». Il ristoratore è dell'idea che ci vogliano comunque più appuntamenti per attirare pubblico nei periodi più calmi dell'anno.

Soddisfazione anche al Centro Belotti OtticaUdito, con un punto vendita proprio al centro della passeggiata sotto i portici. «settimane positive in termini di vendite», spiega al Corriere del Ticino Silvano Belotti (presidente e fondatore di Belotti Group). E con la clientela locale «che “avvolta” dall’atmosfera di festa di Winterland è stata più propensa a comprare un nuovo occhiale». Secondo Belotti, Piazza Grande è «un luogo attrattivo ed è per questo che abbiamo investito molto nella ristrutturazione di Palazzo Belotti, unico edificio nel suo genere in piazza. Di tipo medioevale, a campata singola e con portico sostenuto da un unico possente arco, è stato adattato ai nuovi standard energetici. Piazza Grande è splendida così e deve essere considerata un orgoglio del Locarnese».

Il numero di eventi in Piazza Grande è corretto, in quanto non si erode l’atmosfera elegante della città di Locarno
Silvano Belotti, presidente e fondatore di Belotti Group

Oltre i portici

Anche sul numero di eventi, l'imprenditore ha pochi dubbi: «il loro numero è corretto, in quanto non si erode l’atmosfera elegante della città di Locarno. La mia visione è di avere una città che viva 365 giorni all’anno con aperture moderne dei negozi e dei ristoranti così che il turista e la cittadinanza possano trovare sempre un punto di incontro piacevole e sicuro».

Oltre i portici, sull'altro lato della piazza, il popolare e storico Gran Caffè Verbano accoglie gli avventori con il sorriso della gerente Gloria Coatti. «Winterland è stato molto positivo e rispetto agli anni scorsi si è notata una bella differenza. Un miglioramento, ovviamente. C'erano molte più persone, anche dall'Italia e dalla Svizzera tedesca. Penso sia stato merito di una buona promozione», spiega la 46.enne. «Piazza Grande, come immagino un po' tutte le piazze, ha bisogno di qualche qualche attrattiva in più affinché le persone arrivino fin qui. Nel nostro caso, non bastano Moon&Stars e il Locarno Film Festival per dire che sia viva. L'Associazione Gastro&Commercio è la palestra giusta per progettare nuovi appuntamenti». 

Sull'arredo urbano, invece, la donna evidenzia come questa sia «una delle piazze più belle a livello svizzero, molto fotografata anche dai turisti che vediamo praticamente tutti i giorni, soprattutto in estate. Certo, servono panchine, zone ombreggiate, verde... Magari un cuoricino con la scritta ‘Benvenuti a Locarno’, un'area adatta per immortalarsi con autoscatti, ad esempio». Anche lei ricorda come, durante la pandemia, erano state installate una serie di ‘isole’ «molto apprezzate».

Ci saranno sempre dei ‘buchi’, settimane o mesi con pochi turisti e meno afflusso di persone. È inevitabile
Luigi Frecciarulo, 38 anni, Ristorante Boutique Hotel Piazza Grande

Pasqua e Carnevale

«C'è stato un bellissimo movimento di persone» dice Luisella Senes, responsabile della boutique Shuga. «Probabilmente non è clientela per il nostro negozio, ma tutto sommato è stato positivo perché la piazza era comunque piena e questo fa piacere», prosegue la 57.enne. «Però attenzione a parlare di panchine e arredo urbano. Occorre qualcosa fatto bene, perché quando avevano messo delle sedute vicino a noi, l'ingresso del nostro negozio si era trasformato in un bivacco. Anche se, per fortuna, ultimamente la situazione al capitolo ‘Pulizie’ è parecchio migliorata. Capisco pure che questa piazza si presenti spoglia. Occorrerebbe rivitalizzarla con delle piante e alcune belle aree dedicate a chi vuole fermarsi e godersi il panorama». Questo, secondo l'imprenditrice, potrebbe dare qualche impulso ai momenti «morti, in cui non c'è nulla: novembre, gennaio o febbraio, ad esempio. Ci vorrebbero comunque molti più periodi, come quelli del Locarno Film Festival oppure Moon&Stars, che permettono alla piazza di vivevere uno splendore maggiore».

Le fa eco Francesco Santaguida, proprio sull'altro lato: «Di manifestazioni ce ne sono comunque tante e ora nel nostro nuovo gruppo ci sarebbe l'intenzione di organizzare qualcosa anche per Pasqua», anticipa il 45.enne gerente di Kälin Moda da circa dieci anni. Anche lui si dice molto soddisfatto del grande successo di Winterland. «Magari l'anno prossimo si potrebbe provare a organizzare qualcosa per il Carnevale, ma anche manifestazioni a livello gastronomico che possano protrarsi lungo un arco temporale più esteso credo manchino, qui in piazza».

Sempre secondo Santaguida, un restauro della piazza sarebbe urgente e necessario, «creando piccole oasi verdi e panchine, magari arricchendo l'area con aiuole colorate. Ci vuole una manutenzione costante e servono attrazioni non per forza legate ai concerti o a feste con musica, ma anche cultura, arte». Sulla stessa linea d'onda anche Luigi Frecciarulo titolare e gerente del Ristorante Boutique Hotel Piazza Grande, aperto da quasi tre anni. «Ci saranno sempre dei ‘buchi’, settimane o mesi con pochi turisti e meno afflusso di persone. È inevitabile. Forse qualcosina si potrebbe ancora fare. Abbiamo visto che se si fa una cosa per bene, il pubblico non manca», conclude il 38.enne.

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