Intelligenza Artificiale: i quattro rischi più gravi

Attraverso la storia, le innovazioni tecnologiche hanno sempre creato nuove occasioni di stimolo per la creatività, l’adattamento e il progresso. Al contempo, però, hanno talvolta inflitto danni irreparabili a tanti esseri umani e alle loro fonti di sostentamento, e messo a dura prova le straordinarie capacità di adattamento degli uomini e delle società davanti agli stravolgimenti della transizione, competenze, queste, indispensabili per sopravvivere a quello che gli economisti definiscono «la distruzione creativa».

Il mondo di oggi deve pensare ad affrontare una svolta tecnologica dalle ripercussioni inimmaginabili, che si va evolvendo a una tale velocità da spaventare persino gli specialisti che hanno dedicato la vita a preparare il terreno a questa rivoluzione. L’intelligenza artificiale trasformerà la nostra vita – nel bene e nel male – così rapidamente e completamente da non lasciarci altra scelta che quella di prendere le misure più idonee, a livello individuale e collettivo, per far fronte alle conseguenze.

Ci saranno conquiste mediche e scientifiche che consentiranno di eseguire in pochi giorni indagini e sperimentazioni che in passato richiedevano decenni. Coloro che avranno accesso agli strumenti più potenti dell’intelligenza artificiale potranno godere di una vita più lunga e appagante, conservandosi inoltre in ottima salute.

Tutto questo, peraltro, comporta dei rischi che andranno attentamente ponderati per affrontarli al meglio. Sono quattro le incognite principali che emergeranno nei seguenti campi: disinformazione, proliferazione, perdita di occupazione e sostituzione.

Disinformazione - Se non verrà garantito ai cittadini, ai consumatori e agli investitori l’accesso continuativo e illimitato a informazioni accurate e verificabili, non potranno più esserci democrazia né capitalismo del libero mercato. L’avvento delle reti social e le valanghe di informazioni distorte da esse generate hanno già avvelenato il sentimento pubblico verso le istituzioni di ogni genere e grado. La facilità con la quale attori politici malintenzionati, criminali e terroristi riescono a creare filmati illusori e fittizi tali da trarre in inganno anche gli spettatori più sofisticati, metterà in seria difficoltà leader politici e canali di diffusione delle notizie, che faticheranno a costruire e tutelare la loro attendibilità. Cina, Russia e altri stati autoritari sapranno sviluppare formule di propaganda digitale tesa a insidiare le nostre libertà per vie più subdole e inedite, e saranno pronti a vendere queste tecnologie a qualunque governo sia disposto ad acquistarle.

Proliferazione - Negli ultimi anni, il problema tecnologico più spinoso nel dibattito politico all’interno delle democrazie è rappresentato dalla raccolta dei dati dalle attività online e l’impatto sulla privacy. Ma l’intelligenza artificiale è una tecnologia democratizzata: le potenti aziende tecnologiche che oggi dominano la nostra vita online sono in grado di fissare regole e direttive per l’utilizzo dei prodotti da esse creati. Tuttavia, esistono modelli di intelligenza artificiale quasi altrettanto avanzati – e ben più potenti degli algoritmi di uso comune fino a pochi mesi fa – già a disposizione di chiunque abbia un minimo di abilità di programmazione e un computer. Nel campo della cultura open source, e con ben poche restrizioni, quelle informazioni si diffonderanno ovunque con estrema facilità e celerità. Milioni di persone avranno presto il loro GPT personale che agisce sui dati in tempo reale ed è fruibile su Internet. Ma questa è anche un’arma, che politici canaglia, criminali e terroristi possono sfruttare per programmare virus informatici, creare armi biochimiche, manipolare i mercati e fuorviare l’opinione pubblica. Le autorità possono ricorrere all’intelligenza artificiale per vigilare su questi crimini, ma i governi non hanno dovuto affrontare finora una minaccia così estesa.

Perdita di occupazione - Sappiamo che l’esplosione dell’intelligenza artificiale provocherà la perdita di occupazione per un numero ancora non quantificabile di lavoratori, quando le macchine rimpiazzeranno le persone persino nei settori della conoscenza, in una misura che fino a poco tempo fa si riteneva impossibile. È vero che abbiamo assistito a simili sconvolgimenti anche in passato. Più di recente, l’espansione del commercio globale degli ultimi decenni ha fatto scomparire milioni di posti di lavoro nelle industrie dei paesi in cui i lavoratori godevano di salari relativamente elevati, a causa della delocalizzazione delle manifatture nei paesi emergenti. Successivamente, è intervenuta anche l’automazione a sostituirsi agli operai in quasi tutti i settori industriali. In entrambi i casi, malgrado i disagi provocati dalla tecnologia, sono stati raggiunti livelli di produttività e di ricchezza molto più elevati a livello globale, e questi a loro volta hanno creato più posti di lavoro rispetto a quelli eliminati. Tuttavia, occorrono tempi lunghi e ingenti risorse per riqualificare i lavoratori e stabilire reti di sicurezza sociale sostenibili a tutela di coloro che non riescono ad adattarsi. La perdita di occupazione innescata dall’espansione dell’intelligenza artificiale andrà a colpire sempre più lavoratori, in più luoghi e più velocemente rispetto a simili fenomeni di rottura del passato. La rivoluzione nel mondo del lavoro provocherà sconvolgimenti economici e politici su una scala tale che i governi nazionali e le istituzioni multinazionali avranno non poche difficoltà a gestirli.

Sostituzione - Infine, esiste un aspetto di questa rivoluzione che ci tocca molto più da vicino. Gli esseri umani ben presto si abitueranno a interagire direttamente con le macchine. Anziché rivolgerci a semplici bot per avere le previsioni del tempo, cominceremo a fare affidamento a infrastrutture complesse, gestite dall’intelligenza artificiale, per sviluppare interazioni articolate e persino per trovare compagnia. Sappiamo già che un utilizzo esagerato dei social media può sfociare in disturbi di ansia, depressione e persino autolesionismo negli adolescenti e negli adulti emarginati, un problema che rischia di espandersi allorché gli individui con tendenze antisociali si rifugeranno nel rapporto con macchine sempre più sofisticate. Siamo davanti alla sfida più problematica ed è quella che i decisori politici sono meno preparati ad affrontare.

(Traduzione di Rita Baldassarre)

12 giugno 2023, 19:49 - modifica il 12 giugno 2023 | 22:03

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