Il posto della libertà
Formia, 16 giugno 2012 – I luoghi ci parlano. Ogni mattone, muro, monumento è la prova concreta delle irruzioni del tempo. Pagine di pietra, asfalto e cemento che si svelano nei dedali di strade, nelle piazze languidamente distese a guardare il mare, nei piccoli e grandi tesori pubblici e privati che i nostri occhi sanno ancora scoprire. Restituire alla città una parte della sua storia, restaurando – in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – un pregiato ed evocativo simbolo del passato: la Colonna della Libertà è, oltre che un grande gesto di civiltà, anche un sincero atto d’amore e gratitudine nei confronti delle proprie origini. Alle soglie dell’estate il Lions Club Formia, grazie alla costanza, l’impegno e la dedizione di tutti i soci ha inaugurato il 16 giugno 2012 alle ore 20.00, con una cerimonia che si è svolta presso piazza Tommaso Testa - largo Domenico Paone, alla presenza del Sindaco Michele Forte, del parroco della chiesa Santi Lorenzo e Giovanni Don Gianni, dell’attuale presidente dei Lions Club Formia dott. Sergio Cavelli e del futuro presidente avv. Giuseppe Valenti, dell’arch. Salvatore Ciccone e di numerosi iscritti, il restauro e la ricollocazione della Colonna della Libertà. Situata, secondo la tradizione, in piazza della Darsena - oggi Tommaso Testa – la “Colonna della Libertà” vide la luce durante il passaggio delle truppe napoleoniche nel 1799, all’atto dell’istituzione del “Comune di Formia – Mola e Castellone”. Sulla scia dei moti rivoluzionari, in quel periodo, i francesi usavano contraddistinguere i luoghi del vivere e dell’agire sociale con il simbolo della Rivoluzione, ovvero un albero o un palo ornato di simboli quali il berretto frigio, le coccarde tricolore e i cartigli riportanti motti. Solo dopo l’avvento politico repubblicano, in sostituzione dell’albero rivoluzionario, venne eretta - con funzione celebrativa - la “Colonna della Libertà” per la quale fu incaricato il mastro Giuseppe D’Auria. Al ritorno del monarca spodestato, Ferdinando IV di Borbone, ora rinominatosi Ferdinando I, il monumento venne modificato ponendo alla sommità una croce. Nel 1914 la colonna subì molteplici danni e, da allora, i pezzi a terra sono stati per lungo tempo, testimoni silenziosi e decadenti di un’epoca di ideali sopiti dal fragore stridente della modernità. Per l’opera di recupero ci si è avvalsi dello studio condotto dall’architetto Salvatore Ciccone che ha restituito le linee fondamentali del disegno e le dimensioni, per mezzo del quale sono stati riprodotte le parti mancanti presso l’officina specializzata della ditta Pasquale Pellegrino Marmi di Formia; le parti superstiti del monumento, il fusto di granito della colonna alto metri 3,50 e la cimasa di marmo della parte superiore del piedistallo, ambedue pezzi di epoca romana riadattati nei primi anni del 1800, sono state sottoposte ad un trattamento conservativo dalla restauratrice dott. ssa Sara La Viola. Un percorso lungo e laborioso fortificato dalla passione e dall'ingegno dei Lions, alimentato e vivificato da gesti di cura sapienti, rari, delicati L’orizzonte della città preziosamente rinnovato. Libertà della mente e dell’anima. Risposte antiche a nuove, quotidiane domande. |
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