Le Tipicarelle

28 Ottobre 2023

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2 Novembre: la giornata dedicata ai cari defunti

La Giornata dei Defunti: Un Tributo ai Nostri Cari

 

In molte culture del mondo, la Giornata dei defunti è un momento speciale in cui si onorano e si ricordano le persone passate a miglior vita. Questa antica usanza è un modo toccante per mantenere viva la memoria dei nostri cari che non sono più con noi.

 

L’Origine della Giornata dei Defunti

La tradizione della Giornata dei defunti ha radici antiche e può essere riscontrata in molte parti del mondo, con interpretazioni e pratiche diverse. Una delle celebrazioni più conosciute è il Día de los Muertos in Messico. In questa occasione, le famiglie si riuniscono per onorare i propri defunti con ofrendas, altari decorati con le cose preferite dei defunti, come cibo, bevande, fiori e fotografie.

una maschera messicana tipica della festa dei morti

Cosa accade in Abruzzo

Nei suggestivi paesi e borghi dell’Abruzzo, si mescolano le influenze del sacro e del profano, con un intreccio affascinante di usanze pagane e fede cristiana. Questa sinergia di tradizioni locali trova espressione attraverso la ritualizzazione, un antico e universale mezzo per affrontare e superare l’angoscia della morte. Gesti, parole, canti e oggetti sono investiti di virtù e poteri specifici, utilizzati nella notte in cui i defunti ritornano per visitare i vivi.

Un elemento comune in queste tradizioni è la convinzione che il 2 novembre, durante la commemorazione dei defunti, le anime tornino nelle loro dimore terrene. Qui trovano allestita una tavola imbandita con cibi e bevande, in modo da ristorarsi durante il loro viaggio di ritorno nell’aldilà. Questo rito di ristoro e conforto è un modo per mantenere il legame con i defunti, poiché si crede che non siano completamente partiti. Questa convinzione è particolarmente radicata a Roccaraso, dove, secondo una tradizione popolare citata da Giuseppe Pitrè, i morti possono tornare a casa propria fino all’Epifania. Da qui il detto: “Tutte le feste vanno via, ma non arriva mai l’Epifania,” indicando il giorno in cui i defunti dovranno andarsene.

Nella tradizione abruzzese, si prepara una zuppa a base di legumi, chiamata “ju granate,” da offrire ai vicini e ai meno fortunati. Durante questa notte speciale, le case, le chiese e i cimiteri vengono illuminati da candele e lumini, creando un’atmosfera suggestiva e caratteristica che trasforma i paesi in luoghi magicamente illuminati.

quadro che rappresenta la festa di ogni santi

Nella serata del 1 novembre, i giovani di località come Pratola Peligna e Pettorano sul Gizio si radunavano per pitturarsi il viso con cenere o farina, in un gesto simbolico per onorare le anime dei defunti. Poi, si spostavano per le strade del paese, bussando alle porte delle case in cerca di benedizioni. Ricevevano delle offerte, costituite da dolci o piccole monete, in omaggio alle anime dei trapassati.

A Introdacqua, è ricordata una processione particolare, nota come “Scurnacchièra” che, secondo la tradizione, si svolgeva tra i vicoli del paese nella notte di Ognissanti. Durante questa processione, un sacerdote defunto avrebbe celebrato una messa in onore delle anime riunite. Successivamente, le anime sarebbero tornate alle loro abitazioni per condividere il cibo apparecchiato per loro. La processione era guidata dai bambini nati morti, seguiti da ragazzi, adulti e anziani, ognuno portante una candela accesa. Si richiedeva alla comunità di rimanere nelle proprie case e di non affacciarsi ai balconi.

A Pacentro, era consuetudine celebrare messe in tutte le chiese fino alla prima domenica successiva a Ognissanti, in memoria di San Carlo.

Un rito particolare era il “Capetièmpe” che si svolgeva dal giorno di Ognissanti fino a San Martino (1-11 novembre) ed era strettamente legato alle attività agricole. Questi riti coinvolgevano zucche, crani, candele, falò e la questua. Inoltre, a Sulmona e nella valle Peligna, era praticata persino l’usanza di condividere un banchetto nei cimiteri insieme ai defunti. Questi elementi richiamano le tradizioni celtiche della famosa festa di Halloween. Inoltre, è difficile non notare le similitudini con i versi di Gabriele D’Annunzio nella sua poesia “Ottobrata.”

particolare di una festa abruzzese con il famoso organetto

L’Accensione delle Candele

Accendere candele durante la Giornata dei Morti ha un significato profondo. La luce delle candele simboleggia la speranza, la guarigione e la presenza spirituale dei defunti tra noi. Le fiamme luminose delle candele rappresentano anche la vita eterna e l’illuminazione spirituale.

Nelle case, nei cimiteri e nei luoghi di culto, le candele vengono disposte con cura sugli altari, sulle tombe e in altri luoghi significativi. Le candele sono spesso decorate con colori simbolici, come il bianco che rappresenta la purezza e il rosso che simboleggia l’amore.

In generale nelle case si accendevano candele che venivano, e in alcuni casi lo sono ancora, poste sui davanzali delle finestre. La luce fioca delle candele serve, seconde le credenze, a illuminare la strada alle anime dei defunti che nella notte tra il 1 e il 2 novembre percorrono in processione le vie dei paesi. Il percorso dai cimiteri sarebbe diretto verso una chiesa dove un prete, di spalle, celebrerebbe una messa in presenza delle anime dei defunti. E’ assolutamente da evitare di entrare in chiesa in questo frangente perché le anime dei morti porterebbero con sé anche i vivi che, per curiosità o per devozione, dovessero assistere alla messa insieme ai morti.

Il Finamore riporta questo racconto proveniente dalla valle peligna:

“Una fornaia […] alzatasi assai di buon’ora, andava ad accendere il forno. Nel passare davanti a una chiesa, che vide illuminata, credette che vi uffiziassero, ed entrò. La chiesa era illuminata e piena di popolo. Inginocchiatasi, una sua comare, già morta, le si avvicina e dice: <<Comare, qui non stai bene; va’ via. Siamo tutti morti e questa è la messa che si dice per noi. Spenti i lumi, moriresti dalla paura a trovarti in mezzo a tanti morti>>. La comare ringraziò, e andò via via subito; ma per lo spavento perdette la voce.”

In molti paesi d’Abruzzo era usanza appendere calze ai caminetti e lasciare la tavola imbandita nella notte tra il 1 e il 2 novembre, in modo che i parenti defunti potessero mangiare e lasciare dei doni ai bambini di famiglia, riempiendo le calze di frutta secca.

 

 

La Memoria dei Nostri Cari

La Giornata dei defunti è un momento di riflessione e di connessione con i nostri cari che sono passati a miglior vita. Accendere una candela in loro onore è un atto di amore e rispetto. È un modo di tenere viva la loro memoria, di sentirli ancora vicini a noi e di perpetuare il legame speciale che abbiamo con loro.

Questo gesto semplice ma potente ci ricorda che, anche se non sono più fisicamente presenti, i nostri cari vivono nei nostri cuori e nelle nostre anime. La tradizione ci insegna che, nonostante la morte fisica, lo spirito delle persone che abbiamo amato continua a illuminare le nostre vite.

Nella Giornata dei Morti, si riflette sull’impatto che i nostri cari hanno avuto sulle nostre vite e si offre loro amore e gratitudine. Accendendo una candela in loro memoria, offriamo loro una luce eterna nel nostro mondo, un segno tangibile del nostro affetto e del nostro rispetto. La cultura abruzzese condivide questa usanza con il resto del mondo, unendosi al riconoscimento della bellezza e dell’importanza della memoria dei defunti.

L'Abruzzo, sinonimo di accoglienza

L’Abruzzo è un luogo dove l’accoglienza è un’arte, un modo di comunicare amore e condivisione. Quando metterai piede in questa regione, ti sentirai parte di qualcosa di speciale, un viaggiatore e un amico. La gente, la natura e le esperienze uniche ti faranno capire che l’ospitalità dell’Abruzzo è più di un semplice saluto: è un invito a scoprire, condividere e amare. 🏡🌄🍽️

 

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