Decreto «Primo Maggio», bonus 100 euro slitta a gennaio

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Coesione, lavoro, fisco. Questi i capisaldi del pacchetto «1° Maggio» che il governo si prepara a varare con un giorno d’anticipo rispetto al 2023, quando Giorgia Meloni annunciò via social il taglio del cuneo per i redditi fino a 35 mila euro e la fine del reddito di cittadinanza.

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Decreto coesione

Un pacchetto composto da due decreti che saranno approvati dal cdm in programma il 30 aprile. Il primo, inserito fra le milestone legate alla sesta rata del Pnrr, riordina la politica di coesione per migliorare la spesa dei circa 75 miliardi di fondi Ue 2021-27. Obiettivo è sminare gli intoppi burocratici che rallentano i progetti e introdurre misure di verifica dei lavori attraverso una cabina di regia unica e l’obbligo per le amministrazioni di stilare relazioni semestrali sull’avanzamento dei lavori per il Dipartimento per le politiche di coesione. In caso di disallineamento, le amministrazioni dovranno comunicare i possibili rimedi: la cabina di regia potrà richiedere i poteri sostitutivi nei casi di inerzia o inadempimento degli enti locali.

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Tre bonus per giovani, donne e Sud

Tra le misure principali tre bonus per chi assume giovani, donne svantaggiate e over 35 nella Zes unica per il Sud. Il «bonus giovani», pari al 100% dei contributi, è rivolto ai privati che dal 1° luglio 2024 al 31 dicembre 2025 assumano under 35 a tempo indeterminato: l’esonero, per un massimo di 500 euro mensili, sale a 666 euro per chi assume in Zes. Stessi importi per chi assume donne di ogni età prive di impiego retribuito da almeno sei mesi se residenti nella Zes e 24 mesi a prescindere dalla residenza. Esclusi dallo sgravio, che ha una durata di due anni e dovrà comportare un incremento occupazionale, i rapporti di lavoro domestico e di apprendistato.

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Il «bonus Zes» prevede incentivi dello stesso ammontare per chi assume a tempo indeterminato over 35 privi di impiego regolarmente retribuito da almeno 12 mesi. Per il 2024 le coperture, a valere sul Programma nazionale giovani, donne e lavoro, vanno dai 79,2 milioni del bonus giovani ai 29,4 per le donne. Misure simili anche per chi assume da aziende in crisi con almeno mille lavoratori e per incentivare l’autoimpiego degli under 35 in nuove tecnologie e transizione digitale e green.

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Decreto fisco: sgravi fino al 130% per chi assume e bonus 100 euro

L’altro decreto prevede, in attuazione del primo modulo della delega fiscale, la maxi-deduzione del 120% del costo del lavoro per autonomi e imprese (tolte quelle agricole e in liquidazione e le attività commerciali occasionali) che assumono a tempo indeterminato. Deduzione che sale al 130% se a si assumono ex percettori di reddito di cittadinanza, giovani e madri. A beneficiarne 380 mila aziende, a condizione che le assunzioni determinino un incremento dell’organico entro il 2024 e che i beneficiari abbiano svolto attività di almeno 365 giorni nel periodo d’imposta 2023.

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Altre misure sono legate al 13esimo decreto attuativo della riforma del fisco: tra queste il ritorno al 10% dal 2025 dell’imposta sostitutiva dei premi di produttività fino a 3 mila euro lordi. Il provvedimento riguarderà 3,5 milioni di dipendenti e sarà esteso alla partecipazione agli utili d’impresa. Ieri sera fonti vicine a Palazzo Chigi hanno confermato i 100 euro per i dipendenti con reddito entro 28 mila euro con un coniuge e almeno un figlio a carico o per le famiglie monogenitoriali con un unico figlio a carico. La novità è che il bonus una tantum, costo stimato di 100 milioni, sarà erogato a gennaio 2025 e non con le tredicesime 2024.