Bergamo, nasce il “Villaggio di Comunità”: ecco come cambierà il volto della città

La riqualificazione del complesso delle Figlie del Sacro Cuore prevede asili, ambulatori, residenze sanitarie per disabili e appartamenti in housing social

Al centro, il complesso delle Figlie del Sacro Cuore di via Ghirardelli, che sarà interessato dalla riqualificazione

Al centro, il complesso delle Figlie del Sacro Cuore di via Ghirardelli, che sarà interessato dalla riqualificazione

Iniziano i lavori a Bergamo per il nuovo “Villaggio di Comunità”. Il progetto prevede di riqualificare lo storico complesso delle Figlie del Sacro Cuore, in via Ghirardelli, e trasformarlo in un complesso che accoglierà una Casa di comunità, un asilo, alloggi protetti per persone fragili, una residenza sanitaria per disabili, un parco, ambulatori multispecialistici, e una trentina di appartamenti in housing sociale. In altre parole, una rivoluzione per il quartiere e la città.

Martedì 5 marzo è stato concluso l’accordo tra Redo, Comune di Bergamo e l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Papa Giovanni XXIII per l’acquisto e l’avvio dei lavori. Nella giornata di mercoledì la delibera passerà al vaglio della Commissione consiliare, lunedì 11 marzo a quello del Consiglio Comunale. Entro il mese di marzo è previsto l’inizio dei lavori della casa di comunità, la posa della prima pietra di un’opera decisiva per i quartieri settentrionali della città.

Cosa ci sarà nel complesso

Il Villaggio di Comunità comprenderà una struttura sociosanitaria che sperimenta nuove forme di welfare di comunità adeguate ai nuovi bisogni di salute e benessere. Oltre al mantenimento della Chiesa e di un alloggio per le suore, il Villaggio di Comunità ospiterà un nuovo polo dell’infanzia per i bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, servizi di housing sociale rivolti ad anziani e a soggetti fragili, servizi per la comunità, servizi di carattere sociosanitario e socioassistenziale e una residenza sociale per disabili.

All’interno del Villaggio di Comunità il Comune di Bergamo gestirà l’asilo nido e la scuola dell’infanzia, uno spazio polivalente aperto al pubblico per attività di orientamento, tirocinio e inserimento al lavoro, nonché per attività sociali e del tempo libero, mentre la Casa di Comunità Sacro Cuore, costituita da un poliambulatorio e da un centro per le prestazioni sociosanitarie, sarà gestita dall’Asst Papa Giovanni XXIII, il tutto immerso in un parco secolare pubblico.

Cooperative e housing sociale

Un ruolo importante lo avrà il Terzo settore cittadino: le cooperative sociali Lavorare Insieme e La Bonne Semence gestiranno, rispettivamente, una residenza per persone con gravi disabilità e gli alloggi protetti per anziani fragili e per persone in disagio psichico. Il progetto prevede anche la realizzazione di appartamenti di housing sociale che saranno venduti in regime convenzionato con il Comune di Bergamo a famiglie della comunità bergamasca e non mancheranno spazi aperti al pubblico quali un bar caffetteria.

Gori: “Progetto innovativo”

“Il progetto del “Villaggio di Comunità Sacro Cuore” – spiega il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori - prende forma grazie alla collaborazione tra soggetti pubblici – il Comune di Bergamo e l’Asst Papa Giovanni XXIII - e alcune tra le realtà più dinamiche del privato sociale del nostro territorio, le cooperative Bonne Semence e Lavorare Insieme, con decisivo ruolo dell’Sgr Redo. Il risultato è un aggregato di funzioni sociali, sanitarie, sociosanitarie ed educative che concretizza i più innovativi indirizzi del welfare comunitario, e che per questo motivo Regione Lombardia ha scelto di sostenere. Nel cuore della città, in uno dei quadranti più popolosi – interessato da una molteplicità di interventi di rigenerazione urbana – il progetto rinnova la funzione comunitaria del complesso del Sacro Cuore, rispettandone l’impianto immobiliare ma proiettandolo in una dimensione di servizi fortemente innovativi”.

Nuovi ambulatori 

Dichiara il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Francesco Locati: “Siamo molto soddisfatti di quest’accordo, che consentirà la realizzazione della futura Casa di comunità in via Ghirardelli, in aggiunta a quella già operativa in Borgo Palazzo e a quella, il cui inizio lavori è previsto ad inizio aprile, all’ex Matteo Rota, portando a tre le strutture gestite dall’ASST Papa Giovanni nella città di Bergamo”.

“In via Ghirardelli, negli spazi che avremo a disposizione, daremo vita a un piano fortemente integrato e multiservizi anche attraverso ambulatori multispecialistici e lo sviluppo della telemedicina. Questo prevede una stretta collaborazione con i medici di famiglia e pediatri di libera scelta. Sarà riconfermata la centralità degli infermieri di famiglia e di comunità, che lavoreranno in stretta collaborazione con gli assistenti sociali di Asst e del Comune. La sinergia tra servizi sanitari, socio-sanitari e sociali sarà potenziata e, grazie anche all’importante contributo economico di Regione Lombardia, l’obiettivo è di offrire un servizio completo e coordinato alla comunità”.

Come nasce l’investimento

Fabio Carlozzo, amministratore delegato di Redo Sgr spiega che: “Dieci anni fa, su impulso della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia, nasceva a Milano l’esperienza dell’housing sociale, oggi affermato come nuova asset class immobiliare. Il Villaggio di Comunità di Bergamo dimostra che la casa non è solo un diritto, ma anche una risorsa essenziale per affrontare le sfide globali. Investimenti immobiliari come questo, sostenibili e dedicati alla rigenerazione del patrimonio edilizio, trasformano le città in propulsori di coesione sociale e di welfare, in strumenti essenziali per lo sviluppo locale”.

Riqualificazione e servizi

“Il Villaggio di comunità al Sacro Cuore - commenta l’assessora alle politiche sociali Marcella Messina - prende sempre più forma e concretezza. Il lavoro complesso e sinergico tra pubblica amministrazione, Redo, l’ASST Papa Giovanni XXII e le cooperative sociali rappresenta un’innovazione sociale di metodo e di processo davvero significativa. Di processo perché raggiunge l’obiettivo della riqualificazione e dell’ampliamento dei servizi attraverso la connessione di diversi contributi economici e collaborazioni pubbliche e private; di metodo perché costituisce un’innovazione nel rispondere alle fragilità all’interno di un contesto che prevede la condivisione di spazi di cura, inseriti in un quartiere a forte vocazione comunitaria.”