Non spetta al ministero dell’Economia rispondere sulla vendita di Agi da Eni ad Antonio Angelucci. Così il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti durante il Question Time della Camera: «Il ministero dell’Economia – spiega Giorgetti – ha appreso la notizia da fonti di stampa e non è deputato a esprimersi sulla questione pur detenendo una partecipazione diretta e indiretta in Eni pari a circa il 30%: a tale partecipazione, infatti, non corrisponde alcun potere in merito a decisioni di natura squisitamente gestionale».
Entrando più nel merito della vicenda, Giorgetti rilancia: «È questione di per sé delicata che una società partecipata dallo Stato possegga un’agenzia di stampa, poiché questo potrebbe alimentare dubbi sulla effettiva libertà di informazione della stessa: io – sottolinea – posso garantire che non c'è stata e non ci sarà nessuna influenza nel corso del mio mandato, ma non potete chiedere a me conferme in tal senso né per il passato né per il futuro».
In qualità di azionista di Eni, aggiunge poi il ministro, «il Mef non ha interesse a detenere alcuna forma di partecipazione in un’agenzia di stampa: al limite potrebbe esigere la massimizzazione del profitto economico in caso di un’eventuale alienazione che dovrebbe soddisfare i requisiti di trasparenza, competitività e garanzia dei livelli occupazionali». Altri aspetti riguardanti conflitti di interesse e incompatibilità parlamentari – conclude – «non attengono alle competenze di questo ministero».
La risposta del titolare del Mef – che ribadisce la infondatezza di qualsiasi indiscrezione in merito di quella che al momento resta una manifestazione di interesse «non vincolante e non sollecitata» in fase di «valutazione preliminare» da parte di Eni – scatena la reazione dai banchi delle opposizioni.
Dura la replica di uno dei deputati interroganti, il dem Giuseppe Provenzano: «Lei è venuto a dirci che di questa trattativa non sa nulla perché è un’operazione politica che avvenendo sopra la sua testa, nelle alte stanze di Palazzo Chigi – accusa Provenzano – tuttavia è sua responsabilità non permettere la svendita di Agi in un coacervo di conflitti di interesse che riguardano anche lei in quanto vicesegretario del partito a cui Angelucci appartiene: una pratica da oligarchi russi alla fine della dissoluzione dell’Unione Sovietica, con pezzi di partito che spolpano pezzi di Stato». «Lei – conclude il deputato Pd – sta dubitando in quest’Aula dell’indipendenza dell’agenzia, ma davvero è convinto che Angelucci riuscirebbe a garantirla?».
Polemico il commento anche dell’altra interrogante, la capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi-Sinistra Luana Zanella, che parla di risposta «pilatesca» da parte di Giorgetti e accusa: «Vendere una fonte primaria di informazione a un deputato, peraltro della Lega, già proprietario di un network di giornali e testate di area centrodestra: in quale altro Stato poteva succedere? Siamo di fronte a un ulteriore e preoccupante sintomo di crisi della nostra democrazia». (riproduzione riservata)